giovedì 13 agosto 2009

UN ALIENO A VANITY FAIR di Toby Young

COMMENTO: Un incrocio tra un romanzo e un saggio sul mondo delle riviste patinate. La lettura scorre abbastanza piacevolmente ma a volte è un po' troppo pesante in alcuni passaggi e credo sia un po' troppo lungo. Qualche sforbiciata qua e la e alcune "meditazioni personali dell'autore" lo avrebbero reso più interessante.

TRAMA: Assunto come collaboratore a Vanity Fair e sbarcato da Londra con l’idea di conquistare New York, per Toby Young il successo è un miraggio davvero faticoso da raggiungere. Sin dal suo primo giorno è scambiato per il fattorino, scoprendo così che il concetto di "abbigliamento casual" a Vanity Fair è del tutto relativo. Incapace non solo di accettare le regole e le ipocrisie del sistema, ma proprio di capirle, Toby dimostra di avere un innegabile talento: quello di dire e fare sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato con la persona sbagliata. Un talento che gli consente di esordire nella sua prima intervista con una doppietta di gaffe, che gli fa alzare il gomito al party della notte degli Oscar per poi cercare lo scontro con Mel Gibson, e che lo guida a imbarcarsi in una tirata contro Quentin Tarantino senza rendersi conto che quella che ha di fronte è proprio la sua PR. Non ci vorrà molto prima che tutti i locali fashion della città lo mettano al bando. E tutto questo mentre il suo amico e compatriota Alex de Silva ottiene fama e fortuna come sceneggiatore con uno script su un gallese gay toelettatore di cani. Insomma, Toby si sente un alieno, talvolta costretto a cercare l’amore nei posti sbagliati... fino a inciampare in Caroline.

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