sabato 9 giugno 2012

IL MANOSCRITTO DI BRODIE di Jorge Luis Borges

COMMENTO: Undici racconti e tutti e undici parecchio belli. Sono racconti amari, intrisi di violenza, vendetta, disperazione ma che tengono incollati alla pagina grazie anche alla filice penna di Borges.

TRAMA: Qui a farla da padroni sono il giovane Kipling, e lo Swift di Gulliver, e Schopenhauer, insieme a un complesso reticolato di rimandi alle precedenti opere dell'autore stesso, e in particolare agli ambienti della periferia di Buenos Aires con i suoi malavitosi abitanti - forti, istintivi, violenti - già sperimentati in Evaristo Carriego e in molti altri racconti.. Ma in virtù del miracolo che sempre si rinnova nell'opera di Borges, le fonti libresche del bibliotecario che ha ridotto il mondo a un universo cartaceo si trasformano immediatamente in carne e sangue, in calda costruzione fantastica che offre una traccia delle sue origini solo a chi le voglia cercare. Si tratti di rozzi e violenti bestioni, o di improbabili e repellenti indiani, o di Heidegger sotto mentite spoglie, o di stralunati episodi di storia patria, o di una Bibbia in inglese, l'immaginazione di chi scrive mira comunque dritto al nucleo drammatico e definitivamente umano delle mille storie possibili, o dell'unica storia narrabile, che è quella di un'eterna domanda senza risposta: chi siamo, e cosa non siamo.

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