COMMENTO: Faletti lascia il thriller e cerca di imitare Stephen King fallendo miseramente. I sette racconti già di per se non sono un gran che ma la lacuna maggiore (che vale anche per tutti gli altri libri di Faletti) è la mancanza di un buon editor che lo aiuti a tagliare (troppa prolissità... pochi autori possono essere prolissi senza annoiare e Faletti non è uno di questi!) e correggere alcune cose che appesantiscono la narrazione tipo il continuo ripetere nome e cognome dei personaggi (anche 2/3 volte in un paragrafo!) che rende irritante la lettura... aspettiamo dicembre per il nuovo romanzo...
TRAMA: Sette racconti, sette storie, sette viaggi verso non si sa dove. Intorno a ognuno di noi, dentro a ognuno di noi, c’è sempre una parte oscura, un lato in ombra che la luce della ragione ha timore di illuminare per paura di ritrovarsi sconfitta. E in questa zona buia e fantastica si muovono i personaggi di questa antologia, uomini e donne che si trasformano in vittime o carnefici quando si trovano all’improvviso di fronte a un mondo sconosciuto, a un nuovo volto nello specchio, a quella cupa forma di angoscia che solo l’incomprensibile può trasformare in orrore.
Due parole sui racconti:
Una gomma e una matita: Una versione di Il word processor degli dei di King più macabra. Il racconto scorre ma offre poca originalità e senza picchi eccelsi.
L’ultimo venerdì della signora Kliemann: Racconto interessante fino all'orrendo finale. Ho profondamente odiato Faletti che continua a ripetere nome e cognome dei personaggi... un buon editor no eh?
Graffiti: Un personaggio talmente estremo da essere falso in un racconto troppo lungo (sarebbero bastate circa 15 pagine!)
Spugnole: Il racconto più bello della raccolta. Corto, veloce e intrigante.
La ragazza che guardava l'acqua: Già letto grazie a La Repubblica... una favola che si lascia leggere.
L'ospite d'onore: Un racconto abbastanza inutile... neanche Faletti sapeva cosa stava scrivendo!
Physique du role: Quasi non riuscivo a finirlo... ma proprio bruttobruttobrutto!
TRAMA: Sette racconti, sette storie, sette viaggi verso non si sa dove. Intorno a ognuno di noi, dentro a ognuno di noi, c’è sempre una parte oscura, un lato in ombra che la luce della ragione ha timore di illuminare per paura di ritrovarsi sconfitta. E in questa zona buia e fantastica si muovono i personaggi di questa antologia, uomini e donne che si trasformano in vittime o carnefici quando si trovano all’improvviso di fronte a un mondo sconosciuto, a un nuovo volto nello specchio, a quella cupa forma di angoscia che solo l’incomprensibile può trasformare in orrore.
Due parole sui racconti:
Una gomma e una matita: Una versione di Il word processor degli dei di King più macabra. Il racconto scorre ma offre poca originalità e senza picchi eccelsi.
L’ultimo venerdì della signora Kliemann: Racconto interessante fino all'orrendo finale. Ho profondamente odiato Faletti che continua a ripetere nome e cognome dei personaggi... un buon editor no eh?
Graffiti: Un personaggio talmente estremo da essere falso in un racconto troppo lungo (sarebbero bastate circa 15 pagine!)
Spugnole: Il racconto più bello della raccolta. Corto, veloce e intrigante.
La ragazza che guardava l'acqua: Già letto grazie a La Repubblica... una favola che si lascia leggere.
L'ospite d'onore: Un racconto abbastanza inutile... neanche Faletti sapeva cosa stava scrivendo!
Physique du role: Quasi non riuscivo a finirlo... ma proprio bruttobruttobrutto!
1 commento:
io li ho letti tutti i romanzi di faletti. "io uccido" è molto bello un thriller realistico molto adatto a farne anche un film. anche "niente di vero tranne gli occhi" si mantiene su un ottimo livello anche se l'autore comincia a partire per la tangente di una soluzione all'enigma alquanto impossibile. la delusione vera comincia dal "fuori da un evidente destino" dove oltre alla tangente è andato proprio per campi. quest'ultimo libro l'ho letto con la speranza che faletti rientrasse in carreggiata ma aimè non è andato solo per campi...ci si è proprio perso! ..un consiglio Faletti ritorna alle origini che è meglio
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