mercoledì 23 marzo 2011

L'ULTIMO INVERNO di Paul Harding

COMMENTO: Con questo romanzo Harding ha vinto il Pulitzer e credo di poter affermare che se lo è meritato. E' uno di queli romanzi bellissimi ma anche pesissimi (dove il pesissimo non è un demerito ma significa che è uno di queli libri che non si riescono a leggere in poco tempo ma vanno assaporati con lentezza). Il romanzo parla degli ultimi giorni di un uomo ma anche della storia di suo padre, un padre malato di epilessia che viene vista come una "maledizione" e che lo costringe a lasciare la sua famiglia per non finire in una casa per malati mentali e che lascia nel figlio sentimenti contrastanti. Insomma un libro parecchio intimo, delicato, con una narrazione sussurrata che entra nel cuore e lo attanaglia e con un finale, devo dire, davvero meraviglioso!

TRAMA: Chi non è rimasto almeno una volta incantato dal mondo misterioso dei venditori ambulanti, dai loro carretti così carichi di oggetti che essi sapevano riparare grazie a un'arte tramandata da tempo immemorabile? È questo il mondo da cui proviene George Washington Crosby; è questo il mondo a cui ritorna mentresi prepara a concludere la sua vita circondato dai famigliari e accompagnato dal tintinnio dei suoi orologi cui per anni si è dedicato come meticoloso restauratore. Meravigliosi meccanismi di tutte le epoche e fogge che sono stati a lungo il legame, negato ma indissolubile, con il mondo della sua infanzia e di suo padre Howard, un uomo silenzioso, sognante, poetico, il quale stentatamente manteneva quattro figli e una moglie insoddisfatta girovagando con il suo carro pieno di mercanzie tra i boschi del Maine. George ritrova Howard e di quell'uomo simile a un veggente rivede anche i segni dell'incurabile e misteriosa malattia: l'epilessia. Un dramma che era quasi in sintonia con quella natura imprevedibile e spesso impetuosa in cui il venditore ambulante viveva immerso: un eccesso di energia che lo lasciava stordito e sanguinante dopo angosciosi minuti trascorsi sul pavimento a scalciare mentre i denti mordevano un bastoncino. Oppure le dita del figlio, di George adolescente che in seguito, per anni, non aveva più saputo se odiare o amare quel padre folle, ma che ora finalmente riesce a incontrare, e solamente ad amare.

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