COMMENTO: Il solito bravissimo Auster questa volta ci parla di se stesso e della
sua vita. Arrivato ad una certa età inizia un viaggio della memoria che
lo porta a rivedere il cammino fatto. Ci sono momenti di rara bellezza,
ci sono momenti un po' meno scorrevoli ma la maestria del narratore
nasconde anche le pecche di un'opera che mi puzzava di autocelebrazione
ma è un vero viaggio nella vita, quella di pancia, quella vissuta, non
quella del grande autore di narrativa qual'è. Insomma un plauso ad
Auster per averci aperto il cuore dei suoi ricordi.
TRAMA: «Pensi che a te non succederà mai, che sei l'unica persona al mondo a
cui queste cose non succederanno mai e poi, a una a una, cominciano a
succederti tutte, esattamente come succedono a tutti gli altri».Diario d'inverno è il catalogo della vita di un uomo raccontato
attraverso il suo corpo. In nessun altro libro Paul Auster era stato
tanto spietato e dolce. Forse perché - trent'anni dopo L'invenzione
della solitudine - si tratta di nuovo di arrivare alla verità, la piú
nascosta, quella piú dolorosa, ma anche quella piú preziosa. La verità
su se stessi.
Nessun commento:
Posta un commento