giovedì 17 gennaio 2008

CITTA' DELLA PIANURA di Cormac McCarthy

COMMENTO: Sarà il fatto che sto attraversando un periodo di stanchezza micidiale e che non riesco a leggere che poche pagine per sera ma questo libro, nonostante la storia non sia male, risulta un po' pallosetto. La prima parte non decolla, la parte centrale è sicuramente meglio, l'epilogo praticamente non si capisce perchè McCarthy lo abbia messo. In più mi chiedo perchè il traduttore abbia lasciato parecchie frasi in spagnolo (e quindi alcuni dialoghi non sono del tutto comprensibili). McCarthy sa scrivere (e questo è un dato di fatto) ma questo libro non è particolarmente riuscito!

TRAMA: Primi anni Cinquanta. John Grady Cole e Billy Parham lavorano in un ranch fra il Texas e il Messico. Insieme allevano cavalli, ascoltano sotto le stelle i racconti dei vecchi cowboy, si divertono al bar o al bordello. E al bordello John Grady incontra una sedicenne così bella da cambiargli la vita. Così contesa da costringerlo a scontrarsi con il protettore-filosofo Eduardo, in un duello allo stesso tempo epico e metafisico. Ultimo capitolo della "trilogia della frontiera", Città della pianura parte dove arrivavano i primi due romanzi, Cavalli selvaggi e Oltre il confine. In un West sempre più al crepuscolo, la natura esplode fuori e dentro i protagonisti, splendida e spietata. E se percepire il respiro delle cose, restituirlo nella forma di unasuperiore sapienza, è privilegio di pochi, nemmeno quei pochi possono cambiare gli eventi: possono soltanto far sentire la misteriosa forza che tiene insieme gli alberi, gli animali e i destini degli uomini.

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