lunedì 12 marzo 2012

DIZIONARIO DELLE COSE PERDUTE di Francesco Guccini

COMMENTO: Guccini ci porta nei suoi ricordi, ricordi della sua infanzia, ricordi di un'epoca che sembra lontanissima. Ci porta a conoscere l'avvento del chewingum, dei giochi di allora, della vita di campagna, ecc. Quello che racconta Guccini è poi la storia dell'Italia del dopoguerra e lo fa con la sua solita ironia, raccontando il com'eravamo con il sorriso. Fortunatamente (e qui Guccini è stato bravissimo) non scade nel rimpianto ma solo nel bel ricordo di un tempo andato. E' come stare ad ascoltare i nostri genitori che ci raccontano della loro infanzia e forse, quando noi racconteremo il nostro tempo ai nostri figli adulti anche loro rimarranno stupiti e divertiti di come siamo oggi.

TRAMA: Una volta, c'era la banana: non il frutto, bensì l'acconciatura arrotolata che i bimbi subivano e detestavano ma che veniva considerata imprescindibile dai genitori. Una volta, per scrivere si doveva dichiarare guerra ai pennini e uscire da scuola imbrattati d'inchiostro. Una volta, si poteva andare dal tabacchino, comprare una sigaretta e fumarsela dove meglio pareva: non c'erano divieti. Una volta, i bambini non cambiavano guardaroba a ogni stagione, andavano in giro con le braghe corte anche d'inverno e col costume di lana d'estate. Una volta, la Playstation non c'era, si giocava tutto il giorno per strada e forse ci si divertiva anche di più. Una volta, al cinema pioveva...

Nessun commento: