giovedì 16 dicembre 2010

I SALICI CIECHI E LA DONNA ADDORMENTATA di Haruki Murakami

COMMENTO: Murakami mi fa incazzare! Non perchè i racconti non siamo belli, ANZI, ma perchè tutti (e dico tutti) rimangono senza un vero finale, sospesi come in un limbo e io a chiedermi ogni volta che ne terminavo uno se la alla mia edizione mancassero delle pagine. I racconti sono davvero tutti molto belli e lo il magico stile di Murakami è davvero eccezionale ma proprio per questo suo voler lasciare i racconti così mi fa dire che questo libro sia molto bello ma non un capolavoro!

TRAMA: Scritti e pubblicati in Giappone nell'arco di oltre un ventennio, i racconti che compongono questa raccolta ci offrono, nella estrema varietà di ispirazione, lunghezza e stile che li caratterizza, un affascinante campionario delle tematiche e delle atmosfere che troviamo nei grandi romanzi di Murakami. Dalla leggerezza di brevi episodi come "II tuffetto" e "Splendore e decadenza delle ciambelle a cono", condotti sul filo della comicità e dell'assurdo, passiamo alla nostalgica, eppure lucida rievocazione di ricordi autobiografici nel racconto "II folclore dei nostri tempi" e in quello che dà titolo al volume, "I salici ciechi e la donna addormentata", entrambi basati sull'esperienza giovanile dei mitici anni Sessanta. L'angoscia di scoprire sotto l'apparente trasporto verso qualcuno un senso di repulsione ispira "Granchi", mentre "I gatti antropofagi" porta alla luce l'angoscia dell'uomo che per scelta ha dato alla sua vita una svolta irreversibile, rinunciando a tutto ciò che aveva creduto di amare. Altrove ("Lo specchio2, "Storia di una zia povera", "Nausea 1979", "L'uomo di ghiaccio"), troviamo l'irruzione del fantastico nella vita quotidiana, mentre ne "II settimo uomo" il tema dell'errore di gioventù che condiziona, e rovina, la vita intera di una persona, è introdotto da una di quelle visioni folgoranti con cui lo scrittore sa rappresentare l'orrore di una tragedia.

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