domenica 12 giugno 2011

CUORI IN ATLANTIDE di S. King (**RILETTURA**)

COMMENTO: E' la terza volta che rileggo Cuori in Atlantide e ogni volta mi piace di più. Credo che questo romanzo (perchè anche se sono 5 novelle collegate dai personaggi io l'ho sempre visto come un vero e proprio romanzo) sia uno dei più belli e profondi scritti dal maestro del Maine. Ne primo racconto "Uomini bassi in soprabito giallo" King ci porta all'infanzia (ragazzi, quando King parla di bambini da sempre il meglio) e la storia punta subito diretta al cuore. C'è amicizia, i primi amori, i primi dolori, libri e Torre Nera ma sopratutto c'è il passaggio all'età "adulta"... insomma un racconto che non lascia respiro. Poi il maestro ci porta nel 1966 con Cuori in Atlantide. Ad una lettura superficiale ci si chiede cosa diavolo ci stia raccontando visto che tutto ruota attorno a delle partite di carte del gioco di Cuori ma... ma... ma King fa di questo racconto una profonda analisi della Guerra del Vietnam perchè se per alcuni ragazzi l'unica cosa importante è "la caccia alla Stronza!" attorno a loro si muove tutto quello che sarà la protesta alla guerra in Vietnam da parte degli americani e sopratutto alla "perdita di innocenza" di un'intera nazione vista, appunto, dagli occhi di questi giovani. Poi si passa a 1983: Willie il Cieco una piccola chicca dove il personaggio di Willie, già presente nel primo racconto, ha un lavoro molto "particolare". Forse è il racconto più estraneo al resto del libro ma è davvero buono. Il libro torna sui binari con "Perché Siamo Finiti in Vietnam" dove il Sully-John del primo racconto ci parla della sua esperienza in Vietnam, dell'orrore che ha visto, dell'orrore che ha vissuto, delle sue paure, dei suoi rimpianti e di quella mamasan che continua a perseguitarlo da quei giorni. Infine King chiude con un racconto brevissimo "Scendono le Celesti Ombre della Notte" dove Bobby e Carol, amici dell'infanzia, si ritrovano al funerale del loro amico. Sono adulti, hanno vissuto la loro vita, hanno commesso molti errori (alcuni anche gravi), ma sono sopravvissuti e si ritrovano a 50 anni ancora come se fosse il giorno in cui da bambini si sono salutati. Un racconto davvero dolcissimo. Insomma alla fine di tutto devo dire che questo è un King capace di commuovere, capace di assecondarti con la sua voce suadente pagina dopo pagina.

TRAMA: Il romanzo, simbolico e allusivo gà a partire dal titolo - un popolare gioco di carte e il nome in gergo del Vietnam - è composto da cinque episodi consequenziali e tra loro collegati, ambientati nei decenni che vanno dal 1960 al 1999. Ciascuno è profondamente radicato nel periodo iniziale e pervaso da fantasmi, quasi tutti di guerra. Ciascuno contiene occulte premesse che si sviluppano poi in maniera bizzarra e inaspettata. E un legame sottile e a tratti subliminale li percorre tutti, fino a un epilogo pacato e pacificatore.

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