giovedì 23 giugno 2011

Murakami sul nucleare

Un uomo un mito... Haruki Murakami non smette mai di stupirmi. Oggi guardando sul sito della Einaudi ho trovato questo pezzo. E' il discorso che Murakami ha fatto il 9 giugno a Barcellona in occasione dell’assegnazione del Premi Internacional Catalunya. Non è un ringraziamento ma un duro attacco sul nucleare. Eccovi alcuni meravigliosi passaggi:

"Esiste una parola in giapponese che indica il concetto per cui tutto passa, niente è eterno, e in natura non esiste un equilibrio stabile. Questa concezione è molto radicata nel popolo giapponese, ed è alla base di quell’equilibrio tra fatalismo e pacifica rassegnazione che dà forma al carattere nazionale. Noi giapponesi generalmente ci arrabbiamo poco, ma il disastro nucleare di Fukushima ci ha fatto arrabbiare. Perché se è vero che si può superare un evento naturale, per quanto traumatico possa essere, se è vero che dopo un terremoto terribile una nazione può rialzarsi e cominciare a ricostruire, il fatalismo e la rassegnazione di fronte a Fukushima non possono niente, perché quel disastro di poteva evitare. Nel cenotafio delle vittime di Hiroshima c'è un’iscrizione che recita: Riposate in pace, l'errore non si ripeterà. Sono parole meravigliose. Il loro significato implicito è che siamo insieme le vittime e i carnefici. Quando si parla degli effetti disastrosi del nucleare siamo sempre, tutti, vittime e carnefici. E oggi quella frase pesa sul suo popolo come la peggiore delle accuse: perché, la seconda disgrazia nucleare della storia l'abbiamo cercata e prodotta noi giapponesi. L’errore non si ripeterà, si era detto. Cosa è successo da allora? Perché il Giappone ha cambiato idea? La risposta è riassumibile in una parola: efficienza. Le compagnie elettriche assicuravano nelle loro pubblicità che l'energia nucleare era la più efficiente, cioè la più redditizia, e quando ce ne siamo resi conto, il 30% della nostra energia arrivava dalle centrali nucleari […] Dire no al nucleare sarebbe stato un modo per assumersi una responsabilità collettiva nei confronti delle vittime di Hiroshima e Nagasaki, ma nel nome dell’efficienza abbiamo perso di vista questo importante cammino. Nel nome dell’efficienza le persone che sostenevano la ricerca di forme di energia alternative sono state definite sognatori poco realisti. Penso che sarebbe fantastico se tutti noi, dal Giappone alla Catalogna, decidessimo di essere sognatori poco realisti, e formassimo una comunità spirituale aperta, che superi frontiere e culture. Dobbiamo essere sognatori poco realisti che avanzano con passo fermo".

"Le persone muoiono e spariscono ma l’umanità resta. Ed è soprattutto nel potere dell’umanità che dobbiamo credere".


Alla fine del suo discorso, Murakami ha annunciato che devolverà gli 80.000 euro del premio alle vittime di Fukushima.

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