domenica 18 novembre 2007

L'INVENZIONE DELLA SOLITUDINE di Paul Auster

COMMENTO: Il libro è diviso in due parti. Nella prima parte Auster parla della morte del padre a pochi giorni dalla sua scomparsa e lo fa con una dolcezza infinita. E' sempre difficile parlare di un padre, sopratutto se è una persona un po' difficile e particolare ma Auster da grande narratore qual'è riesce a non essere negativo o superficiale ma cerca con successo di entrare nello spirito che ha accompagnato la sua vita. La seconda parte, in cui medita sul suo essere padre e sulla sua "strana vita" è un po' macchinosa e più difficile da leggere. Un libro altalenante ma vale la pena di leggerlo anche solo per la prima parte!

TRAMA: Il libro si compone di due scritti speculari. Il primo, "Il ritratto di un uomo invisibile", è una meditazione sulla scomparsa del padre, scritta qualche settimana dopo la sua morte. "Niente è più terribile che trovarsi faccia a faccia con gli oggetti di un morto. Le cose di per sé sono inerti: assumono significato solo in funzione della vita che ne fa uso", scrive Auster nel passare in rassegna le carte e gli oggeti del padre. Nel secondo pezzo,"Il libro della memoria", l'autore sposta la sua attenzione dalla sua identità di figlio a quella di padre: riflette sulla condizione solitaria dello scrittore e prova a immaginare quella che sarà fatalmente la separazione dal figlio che cresce.

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