sabato 23 febbraio 2008

JPOD di Douglas Coupland

COMMENTO: Il libro è qualcosa di speciale per me programmatore e il suo stile è sempre piacevole. Forse un po' debole nella parte del viaggio in Cina e ho trovato fastidioso il fatto che Coupland si inserisca come personaggio. Comunque una lettura che scivola via piacevolmente.

TRAMA: Ethan Jarlewski lavora al JPod, il microalveare di una grande multinazionale canadese, dove per un errore del computer tutti hanno il cognome che inizia per J. Rinchiuso nel suo cubicolo, sgranocchiando cibi di plastica e scambiando conversazioni surreali con i bizzarri colleghi/compagni di sventura, cerca svogliatamente di sviluppare nuovi videogame, ogni volta frustrato dai suoi capi. La sua è un'esistenza asfittica e piatta, si direbbe più virtuale che reale, non fosse che, appena riesce a evadere dal cubicolo, la vita - quella vera, ma elevata all'ennesima potenza di sgangheratezza - lo aggredisce prontamente sotto le fattezze della sua famiglia d'origine: un padre che arranca tra provini cinematografici da una battuta, una madre che si divide tra coltivazioni casalinghe di marijuana e improbabili amanti-bambini nonché un fratello che si è impantanato con un gruppo di immigrati cinesi clandestini parcheggiati provvisoriamente nell'appartamento di Ethan...

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